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Il Carnevale Alessandrino



Mimma C. da “Ti presento il mio paese Alessandria del Carretto” ed. 2003

Il carnevale alessandrino è un rito antico e unico nel suo genere.
Gli alessandrini sono molto orgogliosi delle proprie maschere.
La tradizione ne conta di due tipi: ‘u pohicinelle bielle e ‘u pohicinelle brutte.
Quello bello é vestito con pantaloni bianchi, camice chiare, anfibi ai piedi e sul viso una maschera verniciata di bianco, con un volto roseo e anonimo, come una maschera deve essere.
A ben completare il costume, vi è il cappelletto, un’artificiosa costruzione artistica, abbellita da nastri colorati, piume, coccarde coloratissime, medaglie, medaglioni, fazzoletti ricamati e addobbi vari.
La peculiarità del cappelletto della maschera bella é lo specchio sul davanti, quasi a significare che la maschera copre, nasconde il volto, ma la realtà non sfugge a chi anima la maschera, che verrà rincorsa con ilarità e simpatia.
Ultimo accessorio di questa festosa maschera è “ u scruiazzo” bastone di legno, lavorato con incisioni varie dai falegnami locali. In cima allo “scruiazzo” ci sono delle palline di lana colorate.
Questa particolare maschera mentre si aggira per il paese e tra le case porta tanta allegria e buonumore. I suoi coriandoli sono rappresentati dalla farina.
La tradizione racconta che questo costume é legato ai fidanzamenti ufficiali.
Infatti, la prima volta che il fidanzato faceva il suo ingresso a casa della promessa sposa, si presentava vestito da Pohicinelle bielle e come suo primo dono, portava “u scruiazzo”.
Le maschere belle, unicamente rappresentate dal Pohicinelle bielle, sono l’orgoglio e il vanto sia di chi le veste, sia di chi partecipa alla preparazione delle medesime, questi come se preparassero a nozze il proprio figlio.
La maschera brutta invece, ricordano i nostri anziani, conosciuta col nome di “l’Uerse”, era costituita da un travestimento con pelle di capra o di pecora di colore nero, con catene e campanacci.
Questa maschera faceva scherzi pesanti perchè immedesimava il male, la bruttezza, la tracotanza.
I suoi coriandoli erano rappresentati dalla cenere.
La maschera brutta metteva paura e chi poteva evitarla era un bene.
Oggi questa maschera è completamente scomparsa, ma non dalla memoria popolare, mentre ‘u pohicinelle bielle continua a vestirsi di anno in anno, facendo parlare di sé, della sua bellezza e particolarità in tutto il mondo.